L’introduzione dei francobolli in Italia fu un evento di grande rilievo che segnò una svolta nel sistema postale anticipando l’unificazione nazionale. Il Lombardo Veneto fu il primo stato ad adottare i francobolli nel 1850. La serie denominata “Aquila bicipite” comprendeva cinque valori differenti. A seguire ci furono gli altri stati, i Sardi, Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio, i Ducati di Parma e Modena. Nel Regno delle due Sicilie questo evento si verificò il 1° gennaio 1858. Prima delle summenzionate date le lettere viaggiavano senza francobolli, si parla quindi di prefilatelia e le lettere dell’epoca vengono comunemente chiamate “perfilateliche”. La collezione di lettere prefilateliche è estremamente affascinante ed anche suggestiva, per quel carico di storia e di costume che hanno questi documenti. La prefilatelia pur essendo una disciplina di “nicchia” affascina molti collezionisti e studiosi. Le lettere e i documenti prefilatelici, ove presenti, sono infatti delle vere e proprie “capsule del tempo” che possono permettere di ricostruire la vita quotidiana e avvenimenti storici di un’epoca ormai lontana. Prima dell’avvento dei francobolli quindi, la corrispondenza veniva affidata a corrieri a piedi o a cavallo e il costo del servizio di regola era pagato dal destinatario. Il mittente imbucava la lettera presso l’Officina di posta o in una buca autorizzata. Non era possibile consegnarla agli addetti alla posta, salvo in casi di corrispondenze particolari come le missive di Real Servizio, assicurate o per chi intendesse pagare anticipatamente il servizio. Il massimo esperto riguardo Castellammare ed il suo circondario fu il compianto amico prof. Michele Naclerio che pubblicò nel 2004: “Storia postale prefilatelica del distretto di Castellammare e dei circondari di Napoli”. A Castellammare di Stabia, la riorganizzazione dei servizi postali del Regno iniziò il 12 aprile 1809 con la nomina del Direttore Responsabile dei nuovi servizi. Si presume, pertanto, che possano esserci stati già dei bolli in quell’anno. È da ricordare, in ogni caso, che spesso le officine postali venivano aperte e chiuse secondo avvenimenti locali. Sempre nel 1810 risultano istituite le officine di posta di Sorrento ed Agerola, ma non si sono mai trovati bolli prefilatelici di quelle località; anche se lettere di quelle località e altre della zona risultano regolarmente bollate dall’ufficio postale di Castellammare di Stabia. Il primo bollo di Castellammare è in stampatello dritto, comunemente detto “lineare”, di colore nero. Le prime lettere trovate con queste tracce sono del luglio 1810. Esse furono utilizzate fino al 1826. Una lettera del 19 marzo 1826 riporta per la prima volta il bollo ovale, di color nero. Esso fu utilizzato con questa colorazione fino al 1854. Dal maggio 1854 al dicembre 1857 lo si trova di color rosso. Dal 1858, infine, di color verde. I bolli ovali, a Castellammare ed in altre località, furono utilizzati ancora all’inizio del periodo filatelico.
Per chiudere questo breve excursus, una prefilatelica che stando agli esperti del settore, Naclerio compreso, sembrerebbe una “chimera”. Nel 1810 Torre Annunziata fu chiamata Gioacchinopoli in onore di Gioacchino Murat, tutte le lettere di quel periodo attestano la regolare apertura di un’officina di posta, ma non sono stati trovati bolli recanti la dicitura. Questa busta senza testo, e che tra l’altro reca un timbro circolare rosso, porta il nome della città senza la “O”… a questo punto merita di essere periziata da un esperto del settore.
A cura di Giuseppe Plaitano