La Porta Marina di Pompei, oggi l’ingresso principale agli scavi archeologici, era uno dei principali accessi alla città antica per chi proveniva dalla zona portuale e dai traffici marittimi. Sebbene non fosse un ingresso privilegiato a causa della forte pendenza del percorso che conduceva all’interno delle mura, rivestiva un ruolo fondamentale per collegare l’emporio portuale, fulcro delle attività commerciali, con il cuore pulsante della città: il Foro. Questa porta, che si ergeva con la maestosità di un torrione difensivo, presenta un’architettura ingegnosa, concepita per separare il traffico pedonale da quello veicolare. I due ingressi ad arco che la compongono si differenziano per altezza e larghezza: il passaggio minore, dotato di una scalinata, era riservato ai pedoni, mentre quello più ampio, che proseguiva senza soluzione di continuità sulla strada lastricata, consentiva il transito dei carri e degli animali da soma. Questo duplice sistema viario rifletteva l’organizzazione pratica e funzionale della città romana, dove il traffico era disciplinato per evitare ingorghi e conflitti tra i vari tipi di utenti.Dopo aver attraversato la porta, si entra in una galleria coperta da una volta a botte, tipica delle costruzioni romane, la cui solidità e durabilità testimoniano l’elevata competenza tecnica degli ingegneri pompeiani. Questa galleria sbocca direttamente su via Marina, un’importante arteria che costeggia il tempio di Venere, uno degli edifici sacri più significativi della città. Lungo questo percorso, i commercianti, i visitatori e i cittadini pompeiani attraversavano il cuore economico e religioso della città, unendo la vita quotidiana con quella sacra e commerciale. La Porta Marina non era solo un punto di passaggio fisico, ma rappresentava simbolicamente anche la connessione tra il mondo esterno, legato agli scambi e ai commerci marittimi, e la vita cittadina interna. I viaggiatori e i mercanti che sbarcavano al porto di Pompei, carichi di merci provenienti da ogni angolo del Mediterraneo, passavano sotto questo imponente accesso per entrare nel vivace mercato pompeiano. La sua posizione strategica lungo il confine occidentale della città ne faceva un presidio militare di difesa, ma anche un importante snodo economico, in cui il flusso di beni, persone e informazioni contribuiva alla prosperità della colonia. Inoltre, la Porta Marina era anche strettamente legata all’ambiente religioso della città: non distante, infatti, sorgeva il tempio di Venere, divinità protettrice di Pompei. La vicinanza tra questo ingresso e il tempio sottolineava l’importanza non solo del commercio, ma anche della religione nella vita pubblica e privata degli abitanti. I viaggiatori che varcavano la porta, oltre a incontrare l’attività frenetica del mercato e del Foro, erano accolti dalla presenza benevola della dea, a simboleggiare la protezione divina per chiunque entrasse in città. In sintesi, la Porta Marina rappresentava non solo un ingresso funzionale, ma anche un simbolo di Pompei, un punto di collegamento tra il porto e la città, tra il mare e la terra, tra la vita quotidiana e quella religiosa. Questo monumento, oggi restaurato e visitabile, ci racconta ancora l’importanza della città come centro di commercio e di cultura nell’antichità.
A cura di Isacco Di Maio