Parthenope, la bella Napoli tra contraddizioni e critiche

È il film più discusso e più visto «Parthenope» di Sorrentino che racconta Napoli che ritorna a far parlare di sé. È il film italiano di maggior incasso della stagione e l’8° tra i totali dal 1 agosto a ieri, seguito da Vermiglio (2.220.845 e 10° tra i totali) e Iddu (2.012.784). Secondo quanto riporta Cinetel, incassando altri 191mila euro e totalizzando quasi 29mila spettatori ha superato il kolossal Venom che ne ha guadagnati 190mila con quasi 26mila spettatori (3 milioni 634 mila in totale)
Nel cast Gary Oldman, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Francesca Romana Bergamo, Dario Aita, Paola Calliari, Biagio Izzo, Nello Mascia.

Dopo il precedente e autobiografico “È stata la mano di Dio” Sorrentino torna a Napoli per raccontare la vita di una donna di nome Parthenope, come la sua città, che viene pedinata dallo sguardo del regista dalla nascita negli anni ‘50 fino alla vecchiaia quando riguarda senza romanticismi la sua vita, gli amori, le paure, le delusioni e la città che l’ha accompagnata nel suo viaggio tra una giovinezza troppo breve e una maturità vissuta con l’ingenuità dell’infanzia.

Intanto c’è chi non condivide il film e questo è Don Franco Rapullino, parroco di San Giuseppe a Chiaia, a Napoli, che nel 1990 dall’altare lancio ai giovani un ‘invito’ molto forte (‘Fuitevenne ‘a Napule’) dopo l’omicidio di un bambino di 21 mesi, Nunzio Pandolfi, ucciso in un assalto della camorra insieme con il padre, Gennaro, boccia senza mezzi termini ‘Parthenope’, il film di Paolo Sorrentino. Intervistato dal Roma, il sacerdote si concentra in particolare su alcune scene del culto di San Gennaro ‘’con una raffigurazione offensiva del miracolo’ e la figura di un cardinale.

“Non ha diritto di essere così blasfemo – afferma – la satira è una cosa, ma a San Gennaro tutti ci tengono e in quelle scene in cui inserisce un cardinale profanatore ha reso disgustoso quanto è di più caro ai napoletani, rendendoli grotteschi nella fede che invece è autentica”.

“Napoli è migliore di quella che lui ha messo in quel film – aggiunge don Rapullino – niente di quel film si può apprezzare: sembra che tutto a Napoli ruoti incontro al potere, all’ambizione, al sesso e al denaro”.

A cura di Giornale Weekend

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