Il Macellum di Pompei era un imponente edificio pubblico destinato alla vendita di generi alimentari e di altri prodotti di uso quotidiano, una sorta di mercato coperto che rappresentava un punto nevralgico per la vita economica della città. Costruito tra il 130 e il 120 a.C., venne collocato in una posizione strategica all’interno del tessuto urbano, precisamente nell’angolo nord-est del Foro. Questa scelta non fu casuale: il sito era abbastanza vicino al cuore della vita cittadina per essere facilmente raggiungibile, ma sufficientemente appartato da non intralciare le attività politiche, amministrative e religiose che si svolgevano nella piazza principale. La struttura dell’edificio era organizzata secondo una pianta rettangolare e prevedeva tre ingressi, studiati per consentire un agevole accesso sia ai commercianti che ai clienti. I due ingressi principali erano situati rispettivamente sui lati ovest e nord, mentre un terzo accesso secondario si trovava nell’angolo sud-est, a disposizione per funzioni di servizio o per un afflusso più defilato. L’entrata principale, posizionata sul lato ovest, era particolarmente imponente: essa era divisa in due passaggi da un’edicola decorativa, ornata con capitelli raffiguranti chimere. Questi elementi architettonici non erano originali dell’edificio, ma provenivano dalla Tomba delle Ghirlande, una struttura funeraria situata nelle vicinanze di Porta Ercolano. Attraverso questo ingresso monumentale si accedeva a un vasto cortile centrale, che costituiva il cuore pulsante del Macellum. In origine, il cortile doveva essere circondato da un portico colonnato, una soluzione architettonica tipica dei mercati dell’epoca, che avrebbe offerto riparo sia ai clienti che ai venditori. Tuttavia, al momento dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., le colonne non erano state ancora erette, come dimostrato dalla presenza dello stilobate in travertino, già predisposto sui lati nord e ovest, ma privo di elementi sovrastanti. Sul lato occidentale del cortile si possono ancora osservare tre colonne corinzie scanalate, che si distinguono per eleganza e raffinatezza rispetto alle altre presenti nel portico del Foro. Ogni colonna poggiava su una base destinata a ospitare statue, probabilmente raffiguranti divinità, personaggi illustri o membri della famiglia imperiale. Questi piedistalli si trovavano anche davanti ai pilastri delle tabernae, piccole botteghe che si affacciavano sul cortile interno. È probabile che molte di queste tabernae fossero occupate da cambiavalute o venditori specializzati in merci pregiate, dato il prestigio della posizione e la vicinanza al Foro. L’intero complesso era un perfetto esempio di architettura pubblica romana, progettata per combinare funzionalità, estetica e rappresentanza. Il Macellum non era soltanto un luogo di commercio, ma anche un simbolo della vitalità economica e della complessità sociale di Pompei, in grado di raccontare, ancora oggi, la vita quotidiana di una città che fu tra le più vivaci e fiorenti dell’Italia romana.
A cura di Isacco Di Maio