La zona denominata ancora oggi Rione Spiaggia prende il nome dalla costituzione fisica originaria del luogo, difatti nel XVI sec. tale zona era costituita esclusivamente da “sabbie ed arene” ed era di proprietà di alcune case religiose; zona peraltro situata al di fuori delle mura a confine della città. Castellammare, come del resto anche altre città costiere, col trascorrere degli anni, non più in preda ad attacchi da parte di barbari o turchi, iniziarono a demolire le mura difensive, divenute ormai inutili. In virtù poi dell’aumento della popolazione, dovuta principalmente al fiorire delle attività del porto mercantile e la costruzione del Real Cantiere Navale, gioco forza si prospettò un rapido sviluppo urbanistico. Il Comune, tra il 1807 ed il 1809, a seguito dell’abolizione di tutti gli ordini religiosi da parte dello stato napoleonico (con il consequenziale passaggio dei beni da questi posseduti al patrimonio dello Stato), divenuto proprietario di tutte le “arene” che si trovavano fuori le mura, onde evitare “costruzioni selvagge”, incaricò l’architetto stabiese Ottavio d’Avitaja di redigere una sorta di primo ”piano urbanistico”. Al fine di poter costruire fabbricati, l’architetto, disegnò una mappa che divideva la zona in due strade, ventilando contestualmente al Comune di dare pezzi di “terra” in enfiteusi a privati. Fu appunto su questo progetto che nel 1842 nacque la strada Spiaggia, intitolata poi nel 1863 con delibera comunale a Vittorio Emanuele II, l’altra sul versante del mare, sempre con la stessa delibera, progettata dall’ing. Riegel, fu intitolata a Giuseppe Garibaldi. In tale epoca, a livello stradale si trovavano non solo scuderie o rimesse dei padroni, ma anche i “bassi” da affittare: vani senza finestra con piccole porte che davano sulla strada o sul cortile. La zona iniziava a popolarsi, ma se da un lato, il numero dei residenti iniziava a crescere, proporzionalmente diminuiva l’educazione della gioventù che continuava ad essere il settore più trascurato. Si rese quindi necessario provvedere al loro fabbisogno sia spirituale che sociale. Il 14 gennaio 1850 don Saverio Francesco Petagna a seguito di un regio decreto fu nominato vescovo di Castellammare di Stabia, il giovane prete a Napoli si era messo in luce prendendo parte e animando le “Cappelle Serotine” (all’epoca molto fiorenti in Napoli). Si trattava di incontri serali destinati soprattutto ai giovani e agli operai durante i quali si aiutava il giovane uditorio ad interpretare alla luce della fede gli avvenimenti e la cronaca quotidiana. A 38 anni quindi, nel pieno vigore fisico e spirituale, arrivò a Castellammare. Proprio in quell’anno iniziò istituendo una Cappella Serotina nel luogo detto “Acqua Rossa”. Trascorsero diversi anni, in questo contesto, in un locale al pian terreno (ricordato ancora come “ex Villetta Coppola”), al corso Vittorio Emanuele, il vescovo Petagna accese il fuoco di una nuova Cappella serotina, dedicata al culto della Madonna. Nel 1865 il Prelato, chiese ed ottenne un locale, adibito forse in origine a deposito di ”granili”, di proprietà degli eredi del cav. Francesco Saverio Castellano, da adibire appunto a luogo di culto. Il 22 dicembre del 1870, fu completata la cappella, benedetta dal vice Vicario Generale della Diocesi mons. don Alfonso Ruggiero, cosicché la chiesetta, dedicata a San Francesco Saverio, divenne succursale della Cattedrale. In un avviso sacro del 15 novembre 1937, il vescovo Federico Emanuel, specificava che la chiesetta di San Francesco Saverio era compresa nella giurisdizione della parrocchia della Madonna del Carmine. Il 4 dicembre del 1950, con approvazione del vescovo Emanuel, fu fondata una confraternita dedicata al santo titolare della chiesa. La Chiesa di San Francesco Saverio fu officiata per circa 50 anni dal primo rettore don Raffaele Scelzo, poi dal canonico Arcidiacono don Francesco Visco, e a seguire da: don Eduardo Carrese, don Ernesto Esposito per 32 anni, poi da una breve rettoria del giovane sac. Don Paolo Cecere, quindi da don Marcellino Fattorusso, dai sac. Catello Amato, Michele di Martino, Aniello Dello Ioio per arrivare all’attuale reggenza di Don Luigi Milano. La chiesetta fu realizzata dalla ditta Donnarumma/Gargiulo ed inaugurata da Mons. Felice Cece, il 23 Dicembre 1998. Nel mese di agosto, l’Assunta che si venera in questa Chiesa del “Rione Spiaggia” oltre che nella Cattedrale, è protagonista di una suggestiva processione. La processione sull’acqua assume un carattere sacrale e propiziatorio. Per i naviganti, benedetto e protetto dalla Vergine, il mare si auspica possa essere calmo e tranquillo, oltre che fonte di sostentamento per quanti lo solcano.
A cura di Giuseppe Plaitano