Durante recenti scavi nell’area funeraria situata nei pressi di Porta Sarno, a est della città antica di Pompei, è emersa un’eccezionale scoperta: una tomba monumentale decorata con un rilievo a grandezza naturale che raffigura una coppia di sposi. Questo ritrovamento è parte del progetto “Investigating the Archaeology of Death in Pompeii” e offre nuove prospettive sulle pratiche funerarie, la religione e la società pompeiana.
L’area era già stata in parte esplorata nel 1998, in occasione dei lavori per la linea ferroviaria della Circumvesuviana, quando furono individuate oltre 50 tombe a cremazione e un monumento con arco. I nuovi scavi, effettuati su un’area di 4 metri per lato, hanno consentito studi più approfonditi, anche di tipo bioarcheologico, rivelando importanti informazioni sul periodo di abbandono della necropoli.
Il rinvenimento più rilevante è la tomba monumentale, caratterizzata da una parete in opus incertum intonacata e dipinta, con nicchie funerarie destinate a cremazioni. Al centro spicca un rilievo in tufo di straordinaria fattura che raffigura una coppia sposata. L’opera, databile al periodo repubblicano, è particolarmente rara nel sud Italia. Originariamente, la struttura misurava circa 4 metri in lunghezza e 1,6 metri in altezza, ma nel I secolo d.C. ne era visibile solo una parte, a causa di eventi sismici che ne avevano danneggiato la sezione meridionale.
Il rilievo mostra i due sposi frontalmente, con una grande attenzione ai dettagli: mani, vesti, gioielli sono scolpiti con cura. L’uomo indossa una toga e scarpe di rango patrizio, elementi che indicano il suo elevato status sociale. I suoi capelli ben curati, l’anello all’anulare e i tratti scolpiti con precisione confermano la sua posizione di prestigio.
La donna è rappresentata velata, avvolta in un himation sopra una tunica, secondo il modello di Pudicitia, e indossa gioielli raffinati, tra cui una collana con pendenti a forma di anfora e una lunula, amuleto lunare simbolo di fertilità e protezione. Tra le mani stringe un aspergillum decorato con foglie di alloro, con tracce di pittura verde, usato per rituali religiosi: ciò indica che era probabilmente una sacerdotessa.
La presenza della lunula e dell’aspergillum suggerisce che la donna potesse essere una sacerdotessa del culto di Cerere. A Pompei esistono iscrizioni che attestano l’esistenza di almeno sette donne che ricoprirono questo ruolo. Questi elementi arricchiscono la conoscenza del ruolo femminile nel culto religioso romano e sottolineano la centralità del culto di Cerere nella città.
Davanti alla tomba sono stati rinvenuti resti ceramici, frammenti di unguentari e vasellame, segni di rituali compiuti in onore della defunta. Una stela di tufo segnava la sepoltura femminile, dietro la quale sono stati trovati un unguentario in vetro e un frammento di specchio in bronzo, oggetti associati a pratiche rituali e simbolismi legati alla magia e alla protezione.
Nella columella è stata trovata una moneta raffigurante il dio Nettuno con tridente. Oltre al tradizionale riferimento all’obolo di Caronte, la moneta potrebbe avere avuto funzione votiva o apotropaica. Sotto il livello della moneta, una tegola copriva i resti cremati di una donna matura, con evidenti segni di osteoartrite. Accanto a lei, un piccolo vaso ceramico, forse usato durante le libagioni, e resti di pinoli, cenere e carbone testimoniano i rituali connessi alla sepoltura.
La tomba con il rilievo degli sposi offre uno straordinario spaccato della vita e della morte nell’antica Pompei. La rappresentazione della donna come sacerdotessa di Cerere costituisce una testimonianza rara e preziosa del ruolo femminile nel mondo religioso romano.
Le due sculture saranno restaurate e messe in mostra dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026 nella Palestra grande degli scavi, all’interno dell’esposizione “Essere donna nell’antica Pompei”, durante la quale i visitatori potranno osservare dal vivo anche le fasi del restauro.
A cura di Isacco Di Maio