L’opera “Tu sì ‘na cosa grande”, installata a Piazza Municipio di Napoli, è una scultura dell’ultimo testamento artistico di Gaetano Pesce, uno dei più celebri e visionari artisti contemporanei italiani. L’opera, che si distingue per le sue dimensioni importanti e il suo design stilizzato, ha suscitato sin da subito reazioni contrastanti: dall’ammirazione alla perplessità, fino all’ironia per la sua forma fallica.
Per quest’opera sono stati investiti circa 200mila euro, donati gran parte dalla Regione per i fondi culturali alla promozione dei Comuni.
L’opera sarà davvero così significativa? Riuscirà a superare lo stupore suscitato dalla “Venere degli stracci”, installata nel 2023?
Questa scultura, infatti, è stata ricostruita una seconda volta dopo essere stata distrutta da un atto vandalico compiuto da una baby gang, appiccata al fuoco, mandando in fumo anche una parte della Napoli che desidera il meglio per la propria città, per il turismo e per il ricco patrimonio artistico già presente e poco noto nella completezza.
In seguito all’installazione le prime polemiche sono arrivate ancor prima dell’inaugurazione, il Sindaco Manfredi ha affermato: “Inizialmente quando l’ho vista ho pensato quello che hanno pensato anche gli altri. Penso che sia un pensiero che è arrivato a tutti ed è un pensiero molto napoletano. Lo dobbiamo prendere anche come un pensiero di buon augurio, ma l’idea dell’opera è di una rappresentazione stilizzata del rapporto tra Pulcinella e il cuore dei napoletani. E poi – ha concluso l’arte contemporanea deve far discutere, il dibattito è segno di una città viva”.
La sede dove risiede l’istallazione non è sempre stata nel tempo un luogo d’arte o valorizzato urbanisticamente, siamo immersi in continue realtà di “lavori in corso” come la costruzione di metropolitane, lavori di manutenzione ed asfaltatura stradale, ora che Napoli ha raggiunto un picco di turismo e visibilità oltre il periodo estivo forse non comprendiamo che quello che ci circonda non sempre deve strizzare l’occhio al turista, come se quel luogo per alcuni fosse ormai “rinnovato” e non va imbruttito a tal punto da considerare l’opera inadatta al contesto e alla possibile platea di passaggio.
Ma l’arte è cosa percepiamo, è andare a mescolare quel pizzico di cambiamento alla normalità, quel tocco che differenzia, che apprezzi e giudichi.
Gaetano Pesce con quest’opera tra lodi e critiche ha comunque raggiunto lo scopo di qualsiasi artista, ovvero quello di far parlare di sè.
I veri artisti trovano l’ispirazione nell’ignoto, nella provocazione, nell’originalità e la descrizione del Pulcinella è la vera prova di questo lavoro, storpiando il personaggio e creare attorno a sè un’immagine che può essere apprezzata o meno.
A cura di Sabrina acella
Volontaria Servizio Civile Anci Campania